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Dall’11 al 17 marzo 2019 si è celebrata la Settimana del Cervello, una vera e propria sfida globale lanciata dalla Dana Alliance for Brain Initiatives e promossa in Italia da Hafricah.NET per divulgare le più recenti scoperte neuroscientifiche. Dal 2016 l’Italia è fortemente attiva nella promozione di attività divulgative – come seminari, workshop, screening – che hanno come argomento principale il funzionamento del nostro cervello.
E’ esattamente questa la domanda che ci siamo posti assieme ad un gruppo di brillanti colleghi. Abbiamo quindi deciso di partecipare alla Settimana del Cervello 2019, proponendo una serie di eventi per parlare del cervello, delle ultime e interessanti ricerche neuroscientifiche e degli ambiti nei quali queste potessero essere applicate nella vita di tutti i giorni.
Abbiamo contattato alcune associazioni attive nel territorio reggino per proporre le nostre idee e in questo modo è stato possibile realizzare tre eventi:
Il momento in cui si riceve una diagnosi di neoplasia è un evento che stravolge non solo la vita del paziente, ma quella di tutti coloro che gli stanno attorno. La famiglia è generalmente in prima linea: si prenderà cura di lui o di lei e rappresenterà un vero e proprio provider di cura.
La figura del caregiver primario, infatti, si delinea spesso all’interno del nucleo familiare: quest’ultim* prenderà parte al percorso terapeutico del paziente e risponderà ai suoi bisogni fisici, sociali, emotivi, psicologici e assistenziali. Le caratteristiche e le modalità di funzionamento del sistema familiare sono fattori chiave per il mantenimento del benessere emotivo del paziente.
Questo è ulteriormente vero per quanto riguarda il caregiver: il suo benessere emotivo e psicologico si riflette su quello del paziente, pertanto, la vera e propria cura dipenderà da lui o da lei. Partendo proprio da queste premesse, è importante incoraggiare la presa in carico della figura del caregiver, fornendo supporto educativo e psicologico, guidarlo alla corretta gestione del paziente e coinvolgerlo nel sostegno emotivo e affettivo alla famiglia.
Per iniziare al meglio la Settimana del Cervello 2019, assieme ai colleghi Roberta Cortese, Iman Meskelindi e Giuseppe De Santis, abbiamo deciso di proporre un evento per l’Associazione Italiana Leucemie (AIL) di Reggio Calabria e, nello specifico, a Casa AIL, che ospita pazienti e caregiver, a volte intere famiglie.
Durante la prima parte dell’evento che si è svolto il 12 marzo 2019 si è scelto di illustrare la figura del caregiver oncologico, con particolare attenzione a tutte le attività che questa persona deve svolgere: presa in carico fisica e assistenziale, emotiva e psicologica.
La seconda sessione è stata pensata come parte più esperienziale: caregiver e professionisti si sono confrontati sul terreno delle esperienze. E’ stata data la possibilità di sottoporsi alla somministrazione di test standardizzati, utili al monitoraggio del carico di ciascun caregiver.
I disturbi psicologici e comportamentali nelle demenze (Behavioral and Psychological Syntoms in Dementia, BPSD) ricoprono un ruolo determinante nella percezione del carico assistenziale del caregiver, letteralmente colui che si prende cura del paziente – quindi partner, figli in primis.
Assieme ai colleghi Valentina Bova, Iman Meskelindi e Giuseppe De Santis abbiamo realizzato un workshop sul ruolo della museoterapia nella gestione di questi sintomi nella demenza.
L’obiettivo era quello di sfruttare l’enorme potere comunicativo dell’arte, che permette di stimolare gli aspetti emotivi del paziente con demenza, diventando uno strumento di interazione sorprendentemente immediata. In questo modo, è stato possibile infatti ridurre l’isolamento sociale del paziente e del suo caregiver, dando loro l’opportunità di ritrovarsi.
L’evento svoltosi il 14 marzo 2019 presso i locali del Consultorio Familiare Diocesano “P. Raffa”, che ospitano la sede di Reggio Calabria dell’Alzheimer Cafè, è stato diviso in due momenti:
– introduzione dei disturbi psicologici e comportamentali dei pazienti con demenza, gestione e opportunità di intervento;
– incontro con l’arte, in cui caregiver, familiari, operatori e pazienti hanno condiviso emozioni e ricordi suscitati dalla contemplazioni delle opere presentate.
Da quando ho iniziato a collaborare con PsicoIus – Scuola Romana di Psicologia Giuridica le occasioni di crescita personale e professionale sono state tantissime.
Come parte del Team delle Pratiche di Giustizia Riparativa mi sono occupata dell’organizzazione del Convegno svoltosi sabato 15 dicembre 2018 presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università di Roma Sapienza.
L’obiettivo era introdurre la giustizia riparativa come IL modo per riparare alla frattura relazionale esercitata dall’azione-reato tra autore, vittima e comunità sociale.
Dopo l’introduzione della Prof.ssa Patrizia Patrizi, vi è stata la lectio magistralis del Prof. Tim Chapman dell’Università di Ulster, Northern Ireland.
Il weekend è proseguito presso la sede di PsicoIus con un workshop illuminante sulle pratiche di giustizia riparativa assieme alle colleghe della Scuola di Formazione in Psicologia Giuridica.
Ho partecipato al corso di formazione organizzato dall’Ordine Psicologi Calabria sulle dipendenze del terzo millennio che si è svolto qualche giorno fa a Reggio Calabria.
Partendo da un grande interesse personale nei confronti dell’argomento (il progetto AddicTo è un esempio), l’evento si è rivelato un’occasione per riflettere e approfondire con i collegh* calabresi il fenomeno delle dipendenze a 360°, includendo di fatto dipendenze da sostanza e le più nuove dipendenze comportamentali.
Per maggiori dettagli, lascio di seguito il riferimento all’articolo scritto per AddicTo.